Decreto fiscale 2020: aumentano le pene per i reati tributari
Il Decreto fiscale 2020, oltre ad aver apportato numerose novità, ha ufficializzato un inasprimento delle pene e un abbassamento delle soglie di punibilità.
L’obiettivo è quello di rendere sempre meno fruibile l’evasione e l’elusione fiscale.
Tra le novità più importanti che troviamo nel Decreto-Legge ci sono le nuove norme sui reati tributari, identificabili nell’art. 39 del D. L. 124 del 26 ottobre 2019.
Entro il 26 dicembre 2019 il Decreto dovrà essere convertito in Legge, per evitare che i suoi effetti decadranno.
Tra le varie novità individuabili all’interno dei reati tributari troviamo la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti.
Al di sopra di 100.000 € di passivi fittizi il contribuente può essere condannato ad una pena massima di 8 anni di reclusione; al di sotto di tale soglia rimangono le vecchie pene individuabili da 1 a 4 anni di carcere. Inoltre, l’evasore potrà subire la confisca allargata dei beni per passivi fittizi superiori a 200.000 € e sarà introdotta la non punibilità del pagamento del debito tributario se il contribuente effettuerà un ravvedimento pagando per intero il debito, considerando l’illecito estinto.
Altre novità importanti riguardano la dichiarazione infedele.
Saranno raddoppiate le pene per chi effettuerà una dichiarazione infedele. La reclusione sale dai 2 ai 4 anni e 6 mesi, rendendo non più applicabile la custodia cautelare.
Lo stesso varrà anche nel caso di omessa dichiarazione, infatti, il legislatore è intervenuto aumentando sensibilmente gli anni di reclusione per coloro che ometteranno di dichiarare i propri redditi, rischiando una condanna da 1 a 5 anni di reclusione.
Invece, nel caso di falsa fatturazione, la pena è stata aumentata fino ad un massimo di 8 anni di detenzione, con la possibilità di confisca allargata dei beni nel caso in cui l’importo fittizio fatturato è di 200.000 €.
Inasprimento delle pene anche per omissione o distruzione della documentazione contabile, la pena passerà da un minimo di 3 anni ad un massimo di 7 anni di reclusione. In questo caso però non sarà applicabile la confisca allargata.
Altra novità fondamentale sarà riuscire a dimostrare per il contribuente la provenienza dei propri beni.
Infatti, nel caso in cui l’imputato non riesca a documentare la provenienza di certi beni immobili e mobili per i quali è titolare, l’amministrazione finanziaria potrà disporre la confisca immediata.
Dott. Cristian Massi