Le società benefit: evoluzione del concetto di azienda
Ci troviamo agli inizi del 2006 e negli USA inizia a circolare la notizia di una nuova concezione di business, la nascita delle cd. Società benefit.
L’ente americano no profit B-Lab ha iniziato a sviluppare questa idea e a promuovere il business come una forza virtuosa.
Ma cosa sono realmente le società benefit?
L’idea era quella di perseguire il profitto nel rispetto dei più elevati standard di trasparenza e performance di qualità socio-ambientale.
Nasce una tipologia di impresa che individua una dual mission, la produzione degli utili e dell’assessment benefit impact, volto a misurare la qualità dell’impatto generato sugli stakeholders, al fine di ottenere una certificazione dell’impegno assunto nei confronti degli stessi.
In Italia, dieci anni dopo, con la legge di stabilità del 2016, l’ordinamento italiano ha aperto le porte alle Società benefit.
Non parliamo di un nuovo concetto sociale ma di una qualifica che tutti i tipi di società possono acquisire come identificato dalla Legge 28 dicembre 2015, comma da 376 a 384.
Si deve identificare un bilanciamento tra la divisione degli utili dei soci e l’interesse di coloro sui quali l’attività sociale può avere un impatto.
La sostenibilità è parte integrante del loro business model creando una prosperità sociale ed ambientale per le generazioni presenti e future.
Annualmente queste tipologie di società sono tenute a comunicare e riportare secondo standard di terze parti i risultati conseguiti, i loro progressi e gli impegni futuri verso il raggiungimento di impatto sociale ed ambientale.
Il legislatore al fine di permettere un controllo da parte dei soci e degli stakeholders sullo svolgimento dell’attività ha previsto l’obbligo per gli amministratori di redigere annualmente una relazione sul beneficio comune perseguito, che dovrà essere allegata al bilancio e pubblicata sul sito internet della società.
Come individuato dal comma 382 della Legge di stabilità 2016 questa relazione dovrà contenere:
- la descrizione degli obiettivi specifici, modalità e azioni attuate per il perseguimento del beneficio comune.
- l’assessment dell’impatto generato utilizzando standard di valutazione esterni con caratteristiche descritte nell’allegato 4 della Legge sopra citata e che comprende le aree di valutazione identificate nell’allegato 5.
- Una descrizione dei nuovi obiettivi che si intende perseguire nel prossimo esercizio.
Queste informazioni di estrema rilevanza costituiscono il parametro del controllo effettuato sulla conformità dell’operato di una società Benefit rispetto alle disposizioni statutarie e ai requisiti di legge.
Tale impatto dovrà essere valutato dall’organo di amministrazione alla stregua di uno standard di valutazione predisposto esternamente.
Il legislatore infatti si è limitato a prevedere in capo agli amministratori l’obbligo di usare, nella predisposizione della relazione annuale, standard e criteri valutativi predisposti da un qualsiasi ente terzo. Quest’ultimo è chiamato a formulare degli standard di valutazione di cui le società Benefit si avvalgono per descrivere le proprie attività in termini di impatto generato.
Al di fuori degli USA, il nostro paese è stato il primo a dotarsi di una legislazione sulla benefit corporation, una tipologia di società che si caratterizza in un contesto socialmente responsabile e per l’attenzione verso gli interessi di una platea di stakeholders più ampia rispetto a quella dei soli soci.
Le società benefit, rappresentano un cambio di paradigma, che deve essere incentivato in ottica presente e futura.
Dott. Cristian Massi